L’otto giugno scorso, nella giornata mondiale per la salvaguardia del mare istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, al fine di focalizzare attenzione e responsabilità sull’impatto che le scelte quotidiane di ciascuno hanno sugli ecosistemi marini, è stato celebrato Unknown Fish a CAPOFARO LOCANDA&MALVASIA, in un’edizione dalle nuances incisive e coinvolgenti, attraverso l’esegesi fine dining.
In occasione del World Oceans Day, l’executive chef Ludovico De Vivo, ha ideato ed elaborato un menù dedicato alla valorizzazione del pescato a miglio zero, emblema della sostenibilità e della stagionalità, idealmente consacrato al gusto dalla testa alla coda, responsabilmente esaltato da magistrale tecnica ed eleganza creativa cosmopolita.
Un laboratorio permanente ad impatto zero nell’eden di CAPOFARO, un laboratorio di biodiversità, sostenibilità, ricerca, attività programmatiche e lusso soavemente percepito, mai ostentato, attraverso la manifesta naturalezza dell’ospitalità e la divulgazione dei sapori più autentici. Applicazione etica che trova nella cucina e nella viticoltura, catalizzatori e propulsori del valore del rispetto di un patrimonio naturalistico, antropologico e culturale così dirompente, così sfruttato e così minacciato da chiedere a ciascuno di noi atti di tutela imprescindibili e consapevoli.
La gestione delle attività che legano al mare e l’agricoltura alla condotta civile e morale, coinvolge ognuno di noi, anche indirettamente, attraverso scelte di consumo e di leisure. A CAPOFARO LOCANDA&MALVASIA, autoproduzione, stagionalità, sostenibilità energetica, valorizzazione e rispetto delle risorse, affrancamento dalla plastica e rispetto per l’ambiente s’interfacciano con l’hôtellerie de charme.
A Salina, senza soluzione di continuità tra i vigneti e la vegetazione spontanea, alle pendici dei vulcani gemelli Didyme, dove uno dei fari più importanti del Tirreno richiama memorie e suggestioni, nell’arcipelago Patrimonio dell’UNESCO e riserva naturale dal 1981, la Famiglia Tasca d’Almerita ha istituito un luogo dedicato al culto dell’anima e aperto ad esperienze slow living, che si interfacciano alla sublime e colta cucina dell’executive chef Ludovico de Vivo, carismatico interprete del sublime.
In cucina coordina le professionalità di Gabriele Camiolo, Angelo Mennillo, Gerardo Costiero Giulia Miatto; in sala Gianmichele Fois, Giulio Bruni, Giulio D’Amore, Jessica Gomez, Chiara Ginotta, Allessia Di Caro, Mirko Taranto, Martina Marchisio e Kevin Torres, un team di impareggiabile e soave classe, che perpetua nell’accoglienza un valore aggiunto.
Pesca e pomodorini gialli a dare brio al pesce bianco, una tartare dalla trama identitaria, un manifesto di eclettismo e leggiadria compositiva.
Le erbette amaricanti spontanee, i capperi selvatici e la quintessenza panormita di pinoli ed uvetta, a richiamare la letteratura gastronomica della famiglia Tasca. Su tutto, la trama onirica delle linguine di trafila artigianale che hanno l’anima dei grani di Regaleali.
Cavolo di vigna, misticanza selvatica e la dolcezza caramellata del cipollotto, a donare mineralità ed iridescenti contrasti all’occhiata alla griglia.
Emblematico ed incisivo il dessert creato dal Pastry Chef Gabriele Camiolo, mousse al cioccolato, gelatina di tè ed una presa si coscienza sullo stato del mare, degli oceani ad ampio raggio e sull’impoverimento della flora e della fauna degli ecosistemi marini.
I vigneti, gli orti e la macchia mediterranea circondano le candide unità full comfort, edifici armonici in stile eoliano, suite arredate con ricercatezza e design, che si specchiano su Panarea e Stromboli.
Il Pastry Lab. di CAPOFARO, fin dalla prima colazione curata con devozione da Giulia Miatto, propone un percorso di risveglio sensoriale che ammalia attraverso una proposta continentale indissolubilmente legata agli ingredienti selezionati per esporre espressività di fragranze e trame indelebili.
La monumentale rosticceria palermitana, le brioche e la viennoiserie, lo yogurt colato, le marmellate speziate e le granite espresse, senza tralasciare la frutta appena colta e la carta delle uova, in un’atmosfera imbastita di sorrisi e cordiale eleganza.
Eclettico compositore d’ispirata padronanza artistica ed audacia compositiva, l’executive chef Ludovico De Vivo sa captare ogni attenzione nell’esposizione della sua caleidoscopica cultura, dagli orizzonti in divenire e dalle connessioni che intrecciano la musicalità del suo carisma.
Nella maestria della lavorazione dello sgombro, nell’ombra balsamica del finocchietto selvatico e nella fermentazione dei germogli di cappero, si scorge la lungimiranza e la trasposizione nordeuropea diaframmata al foraging delle Eolie, dove entroterra e mare sono lo stesso orto.
C’è la quintessenza dell’estate nella scapece di zucchine salmastre e ricciola, nella tapenade iridescente, nel ricordo di foglia di pomodoro del burro d’olio evo che inebria il pane sfornato al momento: c’è la coralità dell’estetica del gusto e della sensibilità introspettiva che eleva l’ingrediente ad esperienza.
Dove la pasta con le sarde diventa un giardino zen, dove un sussurro di eleganza si fa brivido di elisir di finocchietto, dove la croccantezza delle briciole di mollicata si fa trama che perpetua la valenza degustativa: nella concettualità della millenaria tradizione siciliana, lo Chef individua un potenziale ambasciatore, identitario dei sapori nitidi di una costellazione di stile e vivacità interpretativa.
L’umoralità travolgente dell’agnello delle Madonie e la dolcezza tantrica della salsa al pistacchio di Raffadali, tratteggiate dall’umami della variazione di pomodori: un tributo all’opulenza e un raffinato esercizio di stile che seduce ad ogni conturbante assaggio.
Spensieratezza, gioco, vibranti alchimie e rimandi continui nei viaggi dei dessert di Gabriele Camiolo, esteta e profeta di essenze, rigoroso nella tecnica, imprevedibile nell’ispirazione, soave nelle edulcorazioni e irrimediabilmente seducente nelle strutture.
Pane, caramello e latte, ad evocare voluttuose sensorialità e affettività, nella ricercatezza della sostenibilità anche in pasticceria.
Visibilio per la piccola pasticceria, che trova climax e punto di non ritorno nelle olivette di pasta reale affinate all’olio evo, un desiderio perpetuo che mi riporterà a CAPOFARO.