Bisognerebbe indugiare tra i vicoli almeno fino al tramonto, quando la luce abbacinante si sfuma e tutto si fa lieve.
Fuori dall’ombra e dal misticismo del Duomo, il dedalo di gradini ti porta agli scorci più autentici, tra le rovine che segnano l’ora seicentesca del terremoto e gli angoli valorizzati.
Ibla la sera è un presepe, da contemplare:
dopo averla scoperta dal cielo alle gole, dopo averne captato il profumo di zagara dai giardini segreti, dopo averla assaggiata.
Resterà tua, aspra e magnifica, elementare e complessa, stratificata e baroccamente manifesta.