“Una Cuvée di Champagne è rappresentativa di una persona umana, lo Chef de Cave delinea attraverso la caratterizzante percentuale di Chardonnay e Pinot Noir per Les Etoiles De La Gastronomie 2006, dei tratti di una signora affascinante, dal fisico straordinario e che ci sorprende:
al calice apprezziamo nitidamente sentori in evoluzione, come l’anice che lascia spazio alla sensualità della vaniglia dopo breve ossigenazione. Un’iridescente acidità dimostra l’inevasa vitalità, uno sogno di Champagne”
Pompelmo, bergamotto, arancia e chinotto come note musicali, in un crescendo di suggestioni conturbanti e di vivace esuberanza dello Champagne PLM Grand Cru Bouzy Cuvée Blanc De Noirs e fino alla complessità leggiadra della Magnum Vieille France Cuvée Rosé.
Cannolo croccante con mousse di caponata e mandorle, Gelato ai ricci di mare e cialdina di pane soffiata, Raviolo aperto di seppia con gambero rosso e caviale e Tocchetto di tonno pinna gialla con bottarga, cipolla rossa in agro e spezie peruviane hanno saputo trasformare l’affettuosità dei sapori codificati nella memoria dello Chef, in opere di lirismo universale di gusto. Un aperitivo che ha allietato e scandito il benvenuto alla cena conviviale, ideata dal Direttore Vito Giglio per divulgare attraverso la masterclass sugli Champagne la valenza internazionale della raffinata ed eclettica proposta di Villa Igiea, Grand Hotel che brilla non solo del patrimonio storico e culturale, ma di avanguardia ed ineguagliabile stile, nel panorama siciliano e del turismo che sceglie l’Italia.
Amuse bouche che attorno all’allusività delle forme, imbastisce la fragranza del cracker di farina di piselli, mousse e germogli dei legumi verdi e terriccio di olive nere a bilanciarne la dolcezza clorofillica: un signature dish dello Chef, che sa sempre affascinare.
La Baby Parmigiana vede protagonista la melanzana gioiello, farcita e poi fritta in panure di Tumminia, accanto all’edizione classica della Parmigiana, in contrasto di consistenze e temperature. Due protagoniste di mediterranea passionalità, servite su specchio di gelatina di pomodoro Datterino, spiralizzata alla crema di Parmigiano e salsa al basilico.
Il filetto di sgombro in “insalata pantesca” dal curato dressage dei componenti e stato valorizzato nella presentazione dalla stoviglia Villeroy&Boch, che ha saputo accogliere il gazpacho a corollario: idilliaco compendio dei capperi croccanti e della cipolla rossa in dolceagro.
La sorpresa del bergamotto, il cuore di un ripieno che esprime il trionfale carisma panormita della “pasta con le sarde” nell’eleganza della sfoglia e nella vibrante caratterizzazione del finocchietto selvatico: consacrazione di stile Trentacosti.
I secondi hanno saputo narrare l’estro e la magistrale tecnica dello Chef Trentacosti: panko giapponese per la sfrigolante ed eterea croccantezza della triglia, servita con una sofisticata tartare di scampi e salicornia, per approfondire la quintessenza del mare.
Il piccione elaborato dallo Chef, è da ascriversi nell’empireo delle esperienze mistiche: salsa ai pinoli, chips di topinambur, mela cotogna e chinotto a tratteggiare la sublime cottura, il fondente carattere e l’irresistibile croccantezza del rocher di fegatini.
Lo Chef Carmelo Trentacosti sa esprimere sensibilità artistica anche nella panificazione e nell’alta pasticceria. Sperimenta trame polifoniche di lievitazione, attraverso l’utilizzo di farine autoctone e versatili come quella di grano saraceno, seduce nell’esemplarità dei petit four, gemme di rara squisitezza.