Profondamente a sud – più a sud di Tunisi – dove è ancora estate a novembre e le cicogne e gli uccelli migratori fanno sosta prima di svernare in Africa.
Attorno all’archeologia industriale di una delle ultime tonnare di Sicilia c’è il borgo di pescatori, vive di silenzi e del respiro del mare, specchiandosi nella darsena naturale del porto.
Marzamemi è incessantemente sole, slow living ed essenzialità: spiagge selvagge, oasi naturalistiche, fragranze e sapori esasperati dall’intensità della concentrazione.
Il ristorante Cortile Arabo trova naturale collocazione tra gli scogli ed una corte contigua a piazza Regina Margherita, dove il piccolo giardino di erbe aromatiche coniuga le sue essenze ai fiori di tiaré.
Una saletta intima e due dehors che si scaldano a sera della luce delle candele e delle stelle, nel candore degli arredi che contrasta con l’azzurro del mare e delle maioliche. Perle di artigianato di recupero intarsiano i muri e le murrine donano brio alla mise en place.
Arrivano caldi i pani di grani antichi, l’autoctono frumento Margherito trova espressività nel filone alle mandorle di Noto; lievitazioni lente e sofficità nei piccoli panini al latte e semi di zucca. L’olio evo di Biancolilla in abbinamento è quasi cremoso e luminoso nel suo verde citrino.
Non è enciclopedica la proposta alla carta, imbastita sul pescato di giornata, sulle referenze esclusive di mitili, di ortaggi e aromi appena colti, pasta di trafila propria, formaggi e carni iblee e legumi autoctoni.
Basterà affidarsi alla talentuosa creatività dello chef Massimo Giaquinta per una degustazione dedicata.
Dirompente l’emotività sensoriale espressa dai crudi di mare, seducono per l’approccio sperimentale.
L’ostrica – velata di lardo di Nero dei Nebrodi – conserva la sua delicatezza nocciolata, personalizzata dalla polvere d’arancia e dai gelsi neri dell’Etna. Enfasi che si sviluppa con i crostacei e i ricci di mare.
Vertici lisergici scanditi dal caviale su specchio di passion fruit; ammalia l’acqua di nocciola d’Alba e gonadi di riccio nell’abbinamento al Mojito. Resta da registrare solo l’aggressività del wasabi.
Torna la conturbante assonanza ai cocktail nella capasanta: magistralmente scottata ed inedita nell’amaricante verve di Spritz e Angostura.
Quasi un miracolo di tecnica si manifesta negli spaghetti di grano Russello: intensi nell’aromaticità di frutta secca, trovano nelle superbe vongole e nella cremosità dei ceci felice compendio. La brezza balsamica della salvia secca chiude l’intrigante assaggio.
Il morro di baccalà s’incupisce appena – forse per la temperatura di cottura- convincente la suggestione affumicata della pelle e la dolcezza mediterranea del Datterino.
La ricciola esprime particolare raffinatezza e succosa burrosità delle fibre; il blend masala del suo fumetto e la polifonia degli ortaggi in abbinamento ne mutano ludicamente l’espressività al palato.
La cialda ubriaca del cannolo ha la delicatezza del vino bianco passito, per non perturbare la nivea mousse di ricotta. La salsa di albicocca aggiunge freschezza mandorlata.
Il sorbetto di mirtillo conquista per la sua essenza priva di sovrastrutture, brilla dell’intensità aromatica di maracuja e mielarò – del maestro Corrado Assenza – al bergamotto.
La carta dei vini privilegia la Sicilia, selezione nazionale e di Champagne. Attenzione ai vini da dessert e agli spiriti.
Il lunedì e da novembre a febbraio il Cortile Arabo rimane chiuso. Ogni altro giorno dell’anno merita il viaggio, assicurando un’esperienza sensoriale indelebile e uno dei panorami imperdibili di Sicilia.
Cortile Arabo
www.cortilearabo.it
Marzamemi, Pachino, SR.
Bellissimo articolo! Grazie
Grazie a te per l’attenzione! È raro emozionarsi ancora per un talento autentico, lo Chef Massimo Giaquinta riesce a distrarre dal l’incantevole panorama con la sua arte culinaria.