Eclettismo, raffinate cromìe, sofisticate architetture di gusto e mise en place, che nella ricerca e nell’identità della letteratura mediterranea trovano celebrazione. I menù del ristorante fine dining IL CAPPERO al Therasia Resort di Vulcano, l’enclave gourmet dell’executive chef Giuseppe Biuso, brillano non solo della stella Michelin confermata, brillano soprattutto del valore della sensibilità artistica dello Chef.
Allegorie ed attitudine al senso ludico, rimandi espressivi ad una sensorialità ricercata, attenzione all’etica non alla mera estetica, perché nel desiderio di essere ambasciatore dei sapori audaci e rivelatori c’è la totale consapevolezza tecnica e l’esaltazione delle sfumature più vivaci degli ingredienti.
Il ristorante IL CAPPERO è inserito nell’offerta caeidoscopica del Therasia Resort, che da quest’anno mira anche all’esclusività del proprio orto biologico, non solo presso gli altri ristoranti della struttura, I Grusoni e L’Arcipelago, ma anche nell’esaltazione vegetariana del ristorante Tenerumi.
L’executive chef Giuseppe Biuso vanta collaborazioni internazionali, tecnica magistrale affinata al fianco di Nino di Costanzo ed Antonino Cannavacciulo, ed espone la sua cifra stilistica nella scelta di dare anima alle distinte linee ristorative del Therasia Resort di Vulcano, non tralasciando la trasparenza delle sue origini palermitane e la cultura cosmopolita.
Davanti ai faraglioni di Lipari, con l’espressività di un orizzonte che delinea tutto l’arcipelago delle Isole Eolie, l’executive chef Giuseppe Biuso dirige un’orchestra sinfonica che ammalia per soave leggerezza, armonie di abbinamenti e sorprendente ritmo in sala, scandito amabilmente dal Sommelier Giuseppe Fiorito e dal Restaurant Manager Graziano Biviano, maestri di accoglienza e carismatici professionisti.
I faraglioni arrivano ad evocare i magmatici sapori della pralina di una Norma alchemica, delle panelle e della freschezza dell’anice a dare brio alla degustazione.
Ricciola ed avocado, diaframmati dall’agrodolce e dalla fluidità di un’onda intersecata dal rigore tecnico che espone espressività del gusto.
L’epopea della Parmigiana, nella teatrale esposizione dell’eloquenza di ogni componente e nella trasfigurazione stilistica che cela nella cosmogonia dei sapori l’esatta rivelazione.
I gelsi intarsiano la trama dei tagliolini al polpo, la veracità e la fondente nuances del ragù si rivelano nella degustazione che ammalia per stile esecutivo.
L’internazionalità dei drink, lo studio delle criomacerazioni e della miscelazione, le fermentazioni, le distillazioni e la conoscenza dei microcosmi enologici, vengono trasmessi attraverso proposte che sanno esaltare i menù, nell’attitudine del Dottor Giuseppe Fiorito a saper essere interprete dei desideri dell’ospite.
La quintessenza dello sfincione in un risotto che trova verticalità nei tartufi di mare, in bilico tra l’umami del pomodoro e la sensualità iodica.
Rana-Grana e Rana Pescatrice, pescando nelle sofisticate tonalità, si scandiscono le molteplici strutture che si compenetrano nella contemporanea edizione della libertà espressiva. Puntualità nelle cotture e nelle strutture: spume, creme, sfrigolanti allitterazioni in equilibri multipli di sensorialità.
Ostriche in tempura, carciofo e maialino dialogano dei massimi sistemi della verticalità dei sapori: un viaggio ideale tra Francia e Corea, un’emozione diaframmata dalle suadenti note minerali e dalle voluttuose tessiture.
La polifonia ricercata del carosello dei dessert e dei vini e distillati da fine pasto, culminano in Stella Gemella, la celebrazione di limone, fragola e basilico del riconoscimento Michelin al Ristorante Il Cappero, e soprattutto dell’eclettismo dello chef Giuseppe Biuso, magister di estro compositivo ed designer sensoriale.